MESSAGGERO VENETO DEL 20/08/2004.
Pordenone
Sostegno, servono più insegnanti»
L’Unione italiana ciechi contesta gli organici ridotti e le specializzazioni
Servono più insegnanti di sostegno nelle scuole provinciali, per l’integrazione dei disabili non vedenti». L’Unione italiana ciechi di Pordenone dice la realtà: quella del disagio che fa cronaca. Trenta posti di sostegno non autorizzati in organico 2004-2005 fanno la profezia di un “gap” per 570 alunni che chiedono integrazione dalle materne alle superiori, con una percentuale di spessore di ipovedenti o ciechi. Diritto allo studio: come?
«Nella scuola serve un rapporto docente-alunno non vedente di uno a uno e allo stato attuale non è sempre rispettato nel Pordenonese, perchè gli insegnanti sono pochi e ancora meno specializzati – punta l’indice il presidente della sezione locale Uic Luciano Missio con i consiglieri Tullio Frau e Giorgio Piccinin
– Per esempio, nelle elementari di Cordenons un docente seguiva una anno fa due ragazzi non vedenti e 11 ore per l’integrazione settimanale sono scarse.
Il nostro impegno nell’integrazione ha l’obiettivo di affiancare gli operatori, le famiglie e i ragazzi per ottimizzare il diritto allo studio. Un traguardo che si raggiunge a tappe: per esempio, abbiamo siglato la prima intesa con la Cooperativa Itaca per rafforzare il rapporto di collaborazione già attivata con il corso-base per educatori del dopo-scuola.».
Quanti alunni seguite e come?
«Oltre una ventina, con attività di supporto co-gestite con l’Ass, La Nostra Famiglia di San Vito al Tagliamento e le coop-servizi territoriali. La nostra struttura fornisce libri di testo in braille, educatori nel dopo-scuola, partecipiamo ai consigli di classe, offriamo uno sportello psicologico, corsi di orientamento e mobilità. Prepariamo testi per la scuola e la nostra biblioteca vanta 900 titoli (romanzi, saggistica, settore ragazzi e altro) che forniamo in cassetta con spedizione gratuita in tutto il Friuli. Il progetto del futuro è attivare un corso di alfabetizzazione informatica di base».
Altri fronti per l’integrazione?
«Nell’area sociale a Pordenone si sta lavorando per adeguare edifici pubblici e strade, abbattendo le barriere architettoniche e urbanistiche. Il settore lavoro ha l’obiettivo a largo raggio di nuovi sbocchi professionali, cioè nuove frontiere dell’inserimento. Ai non vedenti di solito sono proposte attività di centralinista, fisioterapia e insegnamento, invece crediamo sia possibile aprire spazi di imprenditorialità (vedi il progetto europeo “Equal”) e nell’informatica. Nel prossimo autunno, in collaborazione con lo Ial, formeremo un gruppo di certificatori per siti Web accessibili ai disabili». (c.b.)