Giornata Nazionale del braille – 21 febbraio 2009.
Omaggio a Louis Braille (Coupvray, 1809 – Parigi, 1852)
L’alfabeto Braille, l’intelligente combinazione di puntini ideata da Louis Braille, è lo strumento che più contribuisce all’emancipazione e all’indipendenza dei non vedenti. Insostituibile non solo nello studio (testi scolastici trascritti in Braille e uso di ausili per la scrittura in rilievo) ma anche nelle più disparate situazioni della vita quotidiana.
Questo sistema è oggi sempre più diffuso ed è facile incontrarlo nella vita di tutti i giorni. Basti pensare alle pulsantiere degli ascensori, alle confezioni dei medicinali, alle legende delle mappe tattili poste nelle stazioni ferroviarie e in molti locali di pubblico servizio, alle descrizioni di opere presso i numerosi musei resi accessibili anche a chi non vede, alle copertine di audiolibri in vendita nelle comuni librerie, ecc.
Cenni sulla vita di Louis Braille.
Il sistema di scrittura con i puntini in rilievo è stato inventato nel 1829 dal francese Louis Braille, nato a Coupvray nel 1809. All’età di quattro anni, giocando con gli attrezzi nella bottega del padre, artigiano ciabattino, Louis perse tragicamente un occhio. Dopo poco tempo a causa dell’infezione provocata dall’incidente, il bambino perse anche il secondo.
Louis frequentava regolarmente le scuole. Senza la possibilità di leggere e di scrivere non avrebbe però potuto tenere il passo con i compagni.
Nel 1819 venne accolto nell’Istituto dei Ciechi di Parigi (Institution des Jeunes Aveugles), fondato venticinque anni prima da Valentin Hauy, uno dei primi centri specializzati per persone non vedenti. Le condizioni di vita non erano delle migliori. I ragazzi imparavano un mestiere che richiedesse capacità manuali (come ad esempio quello di impagliatore di sedie) e venivano avviati alla lettura tattile degli stessi caratteri utilizzati dai vedenti, messi però in risalto da fili di rame posti sul retro delle pagine (metodo Valentin Haüy). Ne risultava una lettura molto lenta e cosa altrettanto importante veniva preclusa ai ragazzi la possibilità di scrivere.
Negli anni trascorsi in istituto Louis Braille si dedicò anche alla musica. Divenne un abile organista, tanto apprezzato da essere spesso richiesto in varie chiese per accompagnare cerimonie religiose.
Nel 1827 venne inserito nel corpo docente e attraverso l’insegnamento ebbe modo di verificare e analizzare le difficoltà presentate dall’educazione dei giovani non vedenti.
Un giorno, un soldato, Charles Barbier, fece visita all’istituto, incontrò Braille e lo mise al corrente del codice da lui escogitato per trasmettere informazioni di notte, al buio, nelle trincee: un sistema di dodici punti in rilievo rappresentanti differenti suoni.
Braille semplificò il sistema e lo ridusse ad una combinazione di sei punti funzionale alla rappresentazione di tutte le lettere dell’alfabeto e leggibile per mezzo delle dita. Ogni segno del sistema aveva infatti dimensioni tali da poter essere ricoperto dal polpastrello del dito lettore.
Dopo un lungo studio mise a punto nel 1829 il sistema di scrittura che porterà il suo nome e che sarà più tardi esteso anche alla notazione musicale e alla matematica. Il sistema risulta estremamente duttile e flessibile, tanto che, con i soliti sei punti, ricorrendo a piccoli accorgimenti, è possibile trascrivere in Braille testi in lingue antiche e moderne, in lingue slave, in arabo, in cinese (i non vedenti cinesi scrivono in Braille, sostituendo gli ideogrammi con una scrittura fonetica).
Louis Braille morì a Parigi nel 1852 a soli 43 anni.
Dal 1952 le sue spoglie riposano nel Pantheon della capitale francese a riconoscimento della sua opera a favore dell’umanità.
Il suo alfabeto, con qualche perfezionamento iniziale da parte di Foucault, è rimasto inalterato e difficilmente si potrà trovare un valido sistema in grado di sostituirlo vantaggiosamente.
Con l’approvazione della legge 126/2007 il Parlamento Italiano ha stabilito che il 21 febbraio di ogni anno sia dedicato alla celebrazione della Giornata Nazionale del Braille.