Le mani :
delicate, prensili, soffici e ruvide, possessive e liberatorie elastiche e vibranti
veri strumenti atti a modulare suoni secondo agogiche indicazioni
La musica non nasce banalmente dal fatto che gli strumenti si suonino con le mani e con le dita.
Può essere anche la musica di una carezza, di un tocco.
Il tatto ha mille note e anche mille andamenti:
largo, lentissimo, adagio, andante, allegretto, vivace, in calando, affrettando, stringendo, precipitando, mosso.
La carezza di un bambino è vivace, risente della freschezza dell’età:
allegra ti sfiora la mano di un amico, mentre è stringente l’abbraccio dell’innamorato senza mordere il freno.
La mano del vecchio si posa adagio sul tuo viso:
la morsa sul braccio, affrettando, indica di velocizzare il passo.
Andante con moto il piede tocca la battigia, incontrando l’onda,
largo si stende nell’aria il tocco del sorriso sulle labbra di chi è felice.
Marcia moderato nel gruppo di cammino della domenica mattina il piede che calca la terra.
Ed ecco che il sorriso fende l’aria e si staglia, quasi volando, a tempo di valzer, verso il cielo.
Precipitando mordono il cibo i denti e le labbra lo sfiorano e ne saggiano la consistenza.
Il profumo completa il piacere, si spande allegretto per l’aria riempiendo lo spazio:
l’acquolina satura il palato, generando il brio nei commensali.
Tutto il corpo è coinvolto nel salto, tutti gli organi si toccano all’interno di noi.
A tempo, a tempo, a tempo, accelerando, tempus fugit.
Daniela Floriduz
Luisa Gasparotto