MADELOISELLE, MI CONCEDE UN BALLO?

MADELOISELLE, MI CONCEDE UN BALLO?
 
Dietro al pizzetto ben curato nei contorni e parzialmente e volutamente lasciato incolto per quanto concerne la lunghezza della barba, nasconde un sorriso smagliante a trentadue denti, di quelli che vanno da un orecchio all’altro, con le labbra talmente allungate e ricurve verso l’alto che fanno rievocare alla memoria quello di Joker nei confronti di Barman. Mani giunte all’altezza del petto, le sfrega con veemenza, con determinazione. Gli occhi divertiti brillano sotto la fronte corrugata.
Osservando nel complesso quell’espressione e atteggiamento, paiono quelle di uno che ha in mente qualche cosa di losco, di furbesco. Sono quelle tipiche espressioni che tradotte alla romana dicono:
“Aoh, mò ve sistemo io!”.
 
Siamo in dieci, cinque donne e cinque uomini, disposti in coppia gli uni accanto agli altri proprio di fronte a lui. C’è silenzio assoluto. La tensione ed il nervosismo sono abbastanza palpabili. Pendiamo dalle sue labbra, stiamo aspettando che ci dia il via.
“Prontiii…….., ma ragazzi potete stare anche più rilassati e sciolti, non rigidi e dritti come dei ghiaccioli appena tolti dal freezer! Dai dai su mollatevi un po’!”.
Per abbassare la tensione e lo stress ci vuole arte e a lui non manca.
“Prontiii…….., via! E il destro in avanti e il sinistro a lato e col destro chiudo e sinistro in avanti e col destro a lato e col sinistro chiudo. E avanti e a lato e chiudo e avanti e a lato e chiudo. E destro in avanti e sinistro a lato e col destro chiudo e…….”.
Seguiamo attentamente le sue indicazioni e ci muoviamo con un equilibrio piuttosto precario e l’andatura vacillante e insicura. Sono i primi passi di danza che abbiamo mosso dapprima individualmente e poi in coppia accompagnati dalle note e dal ritmo di una suadente, soave ed emozionante musica di valzer lento.
 
Tra le lagnanze divertite ma poi non così ironiche di colei che non si accontenta mai, la piena concentrazione di una siluette dai capelli rosso fiamma in coppia con il gigante buono, che non conosce ostacoli materiali e da cui tutti gli altri tengono le necessarie distanze per non subire i danni di uno scontro fisico pesante e violento, e la patina messa sulla punta delle scarpe dopo ogni lezione per coprire i segni lasciati dei pestoni, ci siamo cimentati nel valzer lento, la mazurca, la polca e il tango (quasi argentino). Abbiamo imparato i passi, ad assumere la corretta postura, ad abbracciare nel giusto modo il partner, ad ascoltare e sentire la musica ed il tempo, a ballare in coppia raggiungendo una buona sintonia con il compagno e seguendo il ritmo, a comporre alcune figure della danza, a volteggiare e piroettare leggeri (il maestro direbbe “pivottare”), sempre con il sorriso sulla bocca (mai alla Joker come il maestro) in allegria e vivacità.
 
E’ indubbiamente stata un’esperienza emozionante, piacevole e di arricchimento per noi allievi che ci siamo divertiti nelle evoluzioni danzerine, scoprendo prima e coltivando poi la passione ed il gusto per il ballo che porta con se affiatamento, amicizia, serenità ed allegria. E non si può neppure nascondere la soddisfazione ed un certo orgoglio di essere cavalieri e guidare la dama in una sala a suon di musica (ma credetemi, almeno nel ballo in cui l’uomo è colui che per convenzione comanda, l’or signore sono talvolta così tenaci e caparbie dal voler comandare), come il piacere di essere dama e di lasciarsi condurre con fermezza e dolcezza.
 
Il merito di tutto ciò va però pienamente riconosciuto al maestro che ha messo a nostra disposizione la sua esperienza e capacità, manifestando sin da subito e con esplicita chiarezza l’assenza di pregiudizi ed esibendo una naturale e sincera spontaneità. Una persona molto a modo, dinamica e simpatica che ha messo a proprio agio tutti i partecipanti al corso, infondendo la tranquillità e sicurezza indispensabili per un approccio positivo e costruttivo verso il ballo. A lui va tutto il nostro apprezzamento e ringraziamento e naturalmente l’appuntamento ad ottobre per la prosecuzione dell’esperienza. Noi di certo non mancheremo!
 
 
 
A cura di Claudio Quattrin

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