Lettera aperta ai soci 15 novembre 2011

A tutti i Soci dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus del Friuli Venezia Giulia
Oggetto: lettera aperta ai Soci – Appello all’unità per la difesa dei diritti
Cara Socia, caro Socio,
crediamo sia la prima volta nella storia della nostra Associazione che il Presidente Regionale, insieme ai Presidenti Provinciali, scrive una lettera aperta a tutti i Soci, ma la situazione è tale per cui abbiamo ritenuto di non poter fare altrimenti.
Nelle scorse settimane, infatti, il Governo ha presentato al Parlamento il Disegno di Legge n. 4566 che prevede, tra l’altro, interventi di riqualificazione e riordino della spesa in materia sociale e assistenziale.
La Direzione e il Consiglio Nazionale dell’Unione, dopo avere esaminato attentamente il testo, hanno deciso la mobilitazione della categoria per difendere l’indennità di accompagnamento e l’indennità speciale concesse al solo titolo della minorazione.
In buona sostanza, il suddetto disegno di legge prevede la possibilità che anche le due indennità vengano assoggettate a un limite di reddito, sia pure commisurato a quello del nucleo familiare e non al reddito personale, come accade attualmente per le pensioni.
I governi che si sono succeduti in questi anni hanno tentato più volte di intervenire sui diritti acquisiti, a cominciare da quelli che riguardano le ricordate indennità. Tuttavia, la situazione non è mai stata così preoccupante; e il timore di perdere un beneficio di importanza vitale per l’autonomia dei non vedenti non è mai stato tanto forte e così fondato.
La straordinaria gravità del momento ci ha indotto a fare appello a tutti i soci, convinti che, come dimostra la storia, il richiamo all’unità della categoria è l’unica carta che possiamo giocarci.
La profonda crisi economica e sociale che stiamo attraversando colpisce tutti; ma penalizza in modo particolare le persone più svantaggiate e meno competitive. Ognuno cerca di difendersi come può, ma i più deboli sono esposti più degli altri, anche perché molto spesso sono pochi, poco visibili e poco incisivi.
E’ evidente che il problema ci riguarda in prima persona; ma noi non siamo soli, potendo contare sulla nostra Unione. La quale in passato ha avuto un ruolo fondamentale, perché buona parte dei benefici di cui godono oggi i ciechi italiani è stata ottenuta grazie al suo impegno e alle battaglie che ha saputo portare avanti.
Nell’ultimo decennio la nostra Associazione si è preoccupata soprattutto per il mantenimento dei diritti acquisiti e ha cercato di ottenere qualche miglioramento soltanto laddove è sembrato realisticamente possibile. Essa, però, ha continuato a svolgere un ruolo determinante e, se ha certamente commesso anche degli errori strategici e di valutazione, in qualche modo ciò è del tutto fisiologico, perché solo chi non fa nulla non sbaglia mai!
Noi riteniamo che troppo spesso i nostri iscritti non hanno una corretta percezione del ruolo che la nostra organizzazione ha avuto. E constatiamo con un po’ di amarezza che molti di essi non sanno o si rifiutano di ammettere che, se i suoi dirigenti non avessero vigilato, forse saremmo arrivati a questo punto ben prima che l’attuale crisi economica e sociale presentasse il conto.
In ogni caso, nell’esclusivo interesse di tutti i non vedenti, oggi sentiamo il dovere di appellarci all’unità dei soci e di invitare anche coloro che, per motivi diversi, si sono allontanati dal sodalizio a fare fronte comune, nella speranza di poter scongiurare il pericolo che si profila e di poter superare, insieme, anche questo delicato frangente.
Per il perseguimento di questo obbiettivo riteniamo necessaria una mobilitazione generale e sollecitiamo l’impegno e l’aiuto di ognuno. Abbiamo bisogno di ”ambasciatori” che portino il nostro messaggio in mezzo alla gente e conquistino solidarietà e sostegno alla nostra causa.
Da parte nostra abbiamo già intrapreso una serie di iniziative di sensibilizzazione; stiamo avvicinando esponenti politici sia della maggioranza che dell’opposizione; e stiamo promuovendo sinergie con altre organizzazioni e associazioni di persone con disabilità.
A voi chiediamo intanto di intervenire numerosi alle prossime assemblee sezionali e poi, se del caso, di offrire la vostra disponibilità a partecipare attivamente alle iniziative di lotta e alle manifestazioni di protesta che potrebbero essere indette nei prossimi mesi.
L’Unione cercherà di evitare che i ciechi e gli ipovedenti debbano scendere in piazza; ma, se sarà necessario, prevede di organizzare dei presidi sia a livello locale che a livello nazionale, a Roma, anche della durata di alcuni giorni.
Pur sapendo molto bene che non vi sono garanzie di successo, ci auguriamo che tutti noi vogliamo e sappiamo fare la nostra parte per essere artefici, ancora una volta, del nostro destino.
Un affettuoso saluto.
 
Il Presidente Regionale I Presidenti Provinciali
U.I.C.I. del Friuli Venezia Giulia U.I.C.I. Friuli Venezia Giulia
Oscar Di Monte Hubert Perfler (Trieste)
  Irena Gulin (Gorizia)
  Rino Chinese (Udine)
Prof. Luciano Missio (Pordenone)
 
 
 
COMUNICATO STAMPA
 
“Il Consiglio Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti si è riunito il 1° settembre 2011 in seduta straordinaria per esaminare il contenuto dei recenti provvedimenti di finanza pubblica emanati dal Governo.
In tale occasione la Dirigenza dell’Unione si è soffermata soprattutto sul disegno di legge n. 4566, attualmente assegnato alla 6ª Commissione permanente della Camera e recante delega al Governo per la riforma fiscale e assistenziale, in particolare sull’art. 10 il quale prevede interventi di riqualificazione e riordino della spesa in materia sociale.
Al riguardo, il Consiglio Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, dopo un’ampia ed approfondita discussione, si è espresso all’unanimità sui seguenti principi fondamentali:
· totale condivisione del contrasto al fenomeno della falsa invalidità, che, assorbendo indebitamente risorse finanziarie, non fa altro che nuocere a tutte le persone che soffrono di reali disabilità;
· riconoscimento della necessità di provvedere ad un riordino complessivo e ad una razionalizzazione dell’attuale disciplina concernente lo stato sociale, che siano, però basati in ogni principio cardine, sul riconoscimento dei diritti soggettivi delle persone disabili, e non invece su forme, più o meno volontaristiche, di risposta al loro stato di bisogno, ovvero concepiti unicamente come ulteriore forma di contenimento della spesa pubblica che penalizzi doppiamente i disabili, prima come cittadini e poi come soggetti più deboli e a forte rischio di emarginazione;
· fermo e completo rigetto di qualsiasi norma che preveda la violazione, anche parziale, del principio dell’erogazione dell’indennità di accompagnamento al solo titolo della minorazione, quale espressione più alta dell’assioma contenuto nell’art. 38 della Costituzione e sulla base di quanto in più sedi sostenuto dai supremi organi giudicanti del nostro ordinamento, secondo i quali l’indennità di accompagnamento rappresenta un intervento assistenziale della collettività indirizzato non al mero sostentamento dei soggetti disabili, ma alla predisposizione di una misura riparatoria e compensativa, pur di natura pecuniaria, volta ad offrire sostegno ed aiuto solidale a chi soffre di gravissime menomazioni o particolari patologie, ed ha bisogno di assistenza continua per il compimento di atti quotidiani della vita che gli sono impediti, compresi quelli della cosiddetta “vita sociale o di relazione”;
· piena disponibilità a collaborare con le autorità governative per la istituzione di un tavolo di concertazione, volto a definire le linee guida di un riordino normativo dell’attuale disciplina socio-assistenziale, rifiutando con forza qualsiasi intervento attuato senza il coinvolgimento diretto dei rappresentanti delle persone disabili, in spregio ai principi ispiratori della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dallo Stato italiano con legge 3 marzo 2009, n. 18.
Alla luce di quanto sopra, il Consiglio Nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, ha deliberato all’unanimità di richiedere il ritiro del citato disegno di legge n. 4566, almeno per quanto concerne il capo II contenente le misure di riforma assistenziale, stabilendo contestualmente lo stato di agitazione a tempo indeterminato dell’intera categoria anche con forme di appoggio a manifestazioni di protesta decise in accordo con altre associazioni di persone disabili, ovvero organizzate da altri enti od organismi rappresentativi della società civile, fino a quando non sarà stata trovata una soluzione realmente rispettosa dei diritti di tutte le persone disabili, riconosciuti dalla Costituzione.”
 
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