Relazione SULL’INCONTRO DI GIOVEDI’ 23 NOVEMBRE 2017 CON LA PROFESSORESSA FLORIDUZ.

Giovedì, durante le prime due ore di lezione, abbiamo avuto un incontro con una professoressa non vedente del liceo classico “Majorana”; un progetto pensato per la nostra classe a cui abbiamo partecipato insieme ai compagni di 2^A.
Ci siamo preparati a questo confronto guardando in classe il film “Rosso come il cielo” che racconta di un ragazzino, Mirko, che improvvisamente all’età di 10 anni a causa di un incidente col fucile del padre, perde la vista; Mirko, secondo la legge del tempo, si ritrova costretto a trasferirsi lontano da casa e a frequentare un istituto per non vedenti a Genova.
Qui Mirko, nonostante le difficoltà, scopre di avere una passione e un’attitudine per i suoni, che nonostante l’opposizione del preside, riuscirà a portare avanti e a farne lo scopo della sua vita.
L’idea del film è come nella vita si possa reagire alle difficoltà riuscendo addirittura a trovare in esse nuove opportunità.
Partendo dalla visione del film, assieme alla nostra prof di lettere, abbiamo pensato a una sorta di questionario, cioè a tutta una serie di domande da porre alla prof Floriduz.
Prima di incominciare non avrei mai immaginato che l’incontro fosse così interessante. La prof ci ha raccontato della sua infanzia, di come si riusciva a relazionare con i suoi compagni; mi ha fatto sorridere il racconto di come le piacesse giocare a mosca cieca e mi sono commosso al racconto che da piccola, pur di non accettare il fatto che fosse cieca, si fosse convinta che lo specchio fosse rotto.
Ci ha raccontato poi della sua adolescenza e del periodo delle superiori.
E’ stata molto disponibile a rispondere a tutte le nostre domande; eravamo curiosi di sapere soprattutto come riuscisse a gestire la classe e il suo ruolo di professoressa non vedente.
Ci ha spiegato che non è affatto facile, soprattutto durante le verifiche; ci ha spiegato che si ritrova costretta a farsi accompagnare da una terza persona durante le verifiche per controllare che nessuno copi.
Anche per la professoressa Floriduz, come per il protagonista del film Mirko, le difficoltà non le hanno impedito di coltivare la sua passione.
La professoressa ha risposto a tutte le nostre domande e il modo in cui ha risposto mi ha sorpreso ed emozionato.
E’ stato interessante vedere tutta una serie di oggetti che la professoressa ha portato con se’ all’incontro: un libro dove aveva studiato da bambina tutto pieno di puntini a rilievo per me incomprensibili o il computer con cui lavora, che ha una tastiera diversa dalle nostre e che le permette di scrivere in autonomia.
L’oggetto che più mi ha colpito però è quello che permette di individuare il colore degli oggetti; non ne avevo mai sentito parlare.
Mi ha affascinato il modo in cui leggeva: non sol bene ma anche velocemente… è stato impressionante; come è stato quasi incredibile per me sentire che è in grado di vivere sa sola, senza l’aiuto di nessuno, né della sua famiglia né di un cane guida. Mentre ne parlava mi chiedevo se io ne sarei stato capace.
Se già il film mi aveva dato l’idea di come si potesse vivere da non vedente, vedere dal vivo la professoressa è stato emozionante.
Posso dire che è stata un’esperienza che mi ha molto colpito; un progetto che mai avrei pensato potesse essere così istruttivo.

Alessandro Ragazzoni.

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